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sabato 20 giugno 2009

Filemone e Bauci (IV parte)

il Sole, i suoi raggi di prima mattina finalmente colorano il tuo viso, toni pastello si sostituiscono ai languidi colori che fino a ieri ci appartenevano. Ora non più. in scena la rappresentazione dell'amor carnale, catarsi dei sensi, dell'anima in pena. Guardarsi ancora intorno e vedere solo il tuo viso. il tuo corpo è una spiaggia infinita, partire dai piedi ed arrivare fin su i seni accarezzando lagune e canali, dopo aver pescato anfore su fondali marini, aver visto tramonti screziati, riempiti, venati di rosa. non avrei mai pensato bastasse cosi poco. invece...
L'odore di bagnato che la pioggia di ieri notte ci ha regalato ci accompagna, "io non ho speranza, io ho fede", la realtà che si paventa di fronte ai nostri occhi appare un volto deformato allo specchio, deturpato da mille rimpianti. migliaia di piccole vite ci passano davanti, nessuna particolare, ognuna uguale all'altra, comprimari d'un teatro senza attori, piccole comparse. L'aria si fa sempre più claustrofobica, mi guardi in cerca di risposte. non so cosa dirti...ragazza triste come me...

P.S.: grazie a Sara per l'ispirazione

sabato 6 giugno 2009

Filemone e Bauci (III parte)

Londra. Londra c'è nella testa e nelle mani, nei nei e nelle intenzioni. Londra è già domani. La balinese che cerca di venderti collane e braccialetti sacri, movenze silenziose e sotterfugi d'alta marea. Si cammina ancora per un'ora, richard ashcroft che nel video di bittersweet symphony urtava chiunque gli capitasse a tiro, incurante dei giudizi. "Metti che lei a un pianoforte poi non sa resistere" neache se stiamo in un club, in una taverna o in un pub. Al Cavern suonano i teddy boy, al Fabric i raver, alla Albert Hall la regina, a Wimbledon i tennisti. Calare di neon, Piccadilly è un circo di leoni. Il primo giorno scorre veloce come se non avessimo pensato ad altro che a rintanarci in questa stanza d'albergo a 2 stelle, tu smonti e affronti i bagagli, lasci che su quella disperazione congenita dipinta in volto si adombri un sorriso. Ridi, ti guardo e te ne accorgi, era necessaria la nebbia britannica per farci tornare sereni. Finalmente si riesce ad uscire, i viali ci sorridono, i camerieri anche, la mezza pinta che avevi ordinato ho dovuta finirla io. La gente intorno urla e sbraita per un gol mancato, sembra di essere tra la generazione x di trainspotting, il lerciume che si raccoglie stando ad ascoltare i litigi tra sbronzi, i black cabs i bus a2piani tutto ci percorre. Sulla strada verso casa raccolgo un fiore da donarti, la logorrèa ci addenta e iniziamo a sputarci addosso tutto quello che avevamo ancora nascosto. Dopo gli sputi è il tempo dei baci, torniamo nella nostra stanza. Fuori piove.